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I segreti della cucina Siciliana: la multiculturalità, il cuore e il sole

Conoscere la cucina Siciliana è una vera sfida, perché tanti e diversi sono i piatti che la caratterizzano, frutto di un’evoluzione storica segnata da diverse dominazioni, da una popolazione accogliente e da un territorio dove il sole non manca mai.

Quindi, addentrarsi nella cucina della più grande delle isole italiane, è un’avventura senza eguali, una sorta di pellegrinaggio, una scoperta continua sia per le papille gustative che per la mente.

La Sicilia, per la sua posizione strategica nel mediterraneo, subì molte invasioni nel corso della storia antica, medioevale e moderna, basti ricordare i Fenici, i Greci, i Romani, gli Ebrei, i Vandali, Goti, Visigoti, Bizantini, Arabi (denominati nel Medio Evo, Saraceni), Normanni, Svevi, Aragonesi, Borboni ed altri ancora.

Queste diverse dominazioni hanno lasciato un’impronta significativa sulla cultura, l’architettura, la lingua e, soprattutto, la cucina dell’isola che è un mosaico di sapori unici, un vero e proprio tesoro culinario, impossibile da trovare altrove.

Scopriamo insieme alcuni piatti della tradizione siciliana e le loro affascinanti origini, tra storia e leggenda.

Un pò di Grecia nel pane nero di Castelvetrano

Assaporare il Pane Nero di Castelvetrano vuol dire fare un viaggio nel tempo, tra gli antichi profumi forti del pane cotto a legna e le farine non raffinate. Le sue origini affondano nell’VIII secolo a.C., quando i Greci colonizzarono la Sicilia e introdussero la coltivazione di cereali come orzo e frumento, e l’olivo per la produzione di olio.

In particolare, questo pane sembra risalire all’antica città greca di Selinunte. Qui, in alcune tombe di nobili famiglie ne sono stati rinvenuti dei resti. La caratteristica è il grano antico con cui è preparato: il grano Tumminia, un tempo scomparso e oggi recuperato.

Questo pane viene prodotto esclusivamente a Castelvetrano in provincia di Trapani e si caratterizza per il colore scuro e il sapore rustico, frutto di una lavorazione artigianale, oltre che per le sue qualità nutrizionali.

La Pasta con le Sarde: Un equilibrio di sapori tra Grecia e Roma

Andare in Sicilia vuol dire necessariamente mangiare un buon piatto di pasta con le sarde, il classico per eccellenza della cucina siciliana, che riflette l’influenza greco-romana.

La forza di questa preparazione è data da materie prime semplici, e da un gioco di contrasti tra i sapori, dove il dolce dell’uvetta secca si sposa con il finocchietto selvatico e il sapore sapido e deciso delle sarde, naturalmente, appena pescate!.

La leggenda narra che questa ricetta sia stata inventata dal cuoco siciliano bizantino Eufemio, che utilizzò i pochi ingredienti a sua disposizione per sfamare i soldati del suo esercito. Da piatto povero, la pasta con le sarde è diventata nel tempo un simbolo della tradizione culinaria siciliana.

Cous Cous e Arancino: due piatti dall’eredità Araba

Gli Arabi, che dominarono la Sicilia dal IX all’XI secolo, lasciarono un segno indelebile nella gastronomia locale. Introdussero lo zafferano, il riso, lo zucchero, gli agrumi, le mandorle e i pistacchi, arricchendo la cucina siciliana di sapori nuovi e complessi.

Il Cous Cous, piatto tipico della zona di Trapani, a differenza di quello nordafricano che condisce la semola con la carne, viene preparato con il brodo di pesce e arricchito con pesce fresco del Mar Mediterraneo. Altri esempi dell’influenza araba sono la pasta con le melanzane e il ragù di carne.

Piatto caratteristico della cucina Siciliana è l’Arancino: una palla di riso impanata e fritta, condita con piselli, pomodoro o il tipico ragù. Oggi, in realtà la creatività dei cuochi siciliani ne propone tante varianti: con il sugo piccante, con il sugo di pesce, con i pistacchi…una vera delizia e tentazione!

Le sue origini arabe sono ancora dibattute. Verso la fine della dominazione araba i siciliani avrebbero assimilato l’abitudine dei dominatori di fare delle palline di riso allo zafferano condite con carne (solitamente d’agnello) e solo in seguito friggerle con la panatura. Ad avallare questa versione è il nome che con cui la pietanza fritta è chiamata, arancina, appunto.

Nella lingua araba, infatti, ogni genere di polpetta è chiamata come il frutto che la ricorda. Il colore giallo-arancione di quelle palline di riso ha dato spunto per il nome naranji (dal persiano nāranğ), che in arabo indica l’arancia amara di cui la Sicilia è ricca.

Il baccalà’ dei normanni “alla siciliana”

I Normanni, conquistatori dell’isola nell’XI secolo, portarono con sé le proprie abitudini culinarie del Nord Europa. Introdussero lo stoccafisso, che i Siciliani battezzarono piscistoccu dalla particolare forma del merluzzo essiccato intero, il baccalà e le aringhe affumicate, ingredienti che divennero parte integrante della tradizione siciliana.

Il baccalà alla siciliana è una ricetta tipica del palermitano, preparata tradizionalmente durante le feste natalizie. La ricetta base prevede che il baccalà venga cucinato molto lentamente assieme a patate, pomodoro, olive e capperi.

Caponata e Cassata: Un trionfo di sapori spagnoli

Con la dominazione spagnola, iniziata nel XV secolo, la cucina siciliana si arricchì di nuovi ingredienti. Parliamo in particolare del pomodoro, del peperone, del cacao e del peperoncino. Questi ingredienti facili da coltivare in una terra baciata sempre dal sole, divennero subito popolari tra i siciliani.

La caponata, una dadolata saporita e gustosa a base di melanzane, pomodori, peperoni, olive e capperi, è l’emblema perfetto dell’integrazione di questi nuovi ingredienti.

Un’ulteriore regalo degli spagnoli fu il pan di Spagna, elemento fondamentale della cassata siciliana.

La cassata siciliana, dolce scrigno di bontà evoluto nel tempo.

Parlare di cucina siciliana, ci obbliga necessariamente ad aprire una parentesi su uno dei dolci più importanti e riconosciuti in tutto il mondo per la sua originalità e complessità: la cassata siciliana.

Questo dolce ha origini che risalgono alla dominazione araba in Sicilia (IX-XI secolo). Gli Arabi introdussero la canna da zucchero, il limone, il cedro, l’arancia amara, il mandarino e aumentarono la coltivazione della mandorla. Questi ingredienti, insieme alla ricotta di pecora, già prodotta in Sicilia da tempi preistorici, costituivano la base della cassata, che inizialmente era un involucro di pasta frolla ripieno di ricotta zuccherata e infornato.

Durante il periodo normanno, le monache del Convento della Martorana a Palermo inventarono la pasta reale, un impasto di farina di mandorle e zucchero colorato di verde, che sostituì la pasta frolla. Questo passaggio portò alla creazione della cassata a freddo. La cassata è attestata dal XIV secolo.

Gli Spagnoli introdussero il cioccolato in Sicilia e durante il periodo barocco vennero aggiunti i canditi, già conosciuti da secoli. La glassa di zucchero coperta di frutta candita che ricopre la cassata potrebbe derivare dal termine inglese “glass” (vetro), ma il termine “cassata” appare già nel XIV secolo.

Inizialmente, la cassata era un dolce delle monache siciliane riservato al periodo pasquale. Un documento del sinodo dei vescovi siciliani a Mazara del Vallo nel 1575 afferma che la cassata è “irrinunciabile durante le festività”. Un proverbio siciliano dice: “Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua” (“Meschino chi non mangia la cassata la mattina di Pasqua”).

La decorazione con la zuccata fu introdotta nel 1873 dal pasticciere palermitano Salvatore Gulì.

Città che vai, cibo che trovi

La cucina siciliana presenta una varietà notevole tra le città costiere e quelle dell’entroterra. Le città costiere come Catania, Messina, Palermo, Trapani e Siracusa sono famose per i loro piatti a base di pesce fresco. Il pesce spada alla ghiotta, la pasta con le sarde e i frutti di mare sono solo alcuni dei sapori che allietano i palati dei buongustai.

Nelle città dell’entroterra come Caltanissetta, Enna e Agrigento, prevalgono piatti a base di carne, legumi, formaggi stagionati e salumi. La produzione di formaggi come il pecorino siciliano e i salumi artigianali è particolarmente apprezzata.

La pasta con il ragù di carne, le fave con le pancetta e le lenticchie con la salsiccia sono solo alcuni dei piatti tipici che si possono gustare.

Un Trionfo di Prodotti Agricoli

La Sicilia è rinomata per i suoi prodotti agricoli di alta qualità. Le uve pregiate sono alla base di vini eccellenti come il Nero d’Avola e il Marsala. Le arance, con il loro gusto intenso e inconfondibile, le troviamo sulle migliori tavole di tutto il mondo.

Altro da non dimenticare

  • I Dolci: Otre alla cassata, un altro must da non perdere sono i cannoli siciliani, la granita siciliana, la pasta di mandorle e molto altro.
  • Lo Street food: Non possiamo dimenticare lo street food siciliano, con le panelle, lo sfincione e le stigmole.
  • I Prodotti tipici: La Sicilia è ricca di prodotti tipici oltre a quelli già menzionati, come l’olio extravergine d’oliva, il sale di Trapani e il miele siciliano.

La ricchezza della cucina siciliana, con le sue influenze millenarie, rappresenta un patrimonio inestimabile che rende ogni pranzo o cena un’esperienza indimenticabile. Pronti a partire ed assaggiare questi capolavori per il palato?

 

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